La catacomba è legata alla memoria del vescovo Severo, che aveva favorito la costruzione di una basilica extraurbana ove aveva disposto la deposizione dei resti del vescovo napoletano Massimo. La basilica fu affiancata ben presto da un fitta rete di sepolture ipogee, tra le quali pare sia avvenuta la prima sepoltura del santo vescovo Severo: nacque così, quella che oggi è conosciuta come la catacomba di S.Severo.
In realtà, di questa catacomba oggi non resta altro che un piccolo cubiculum ed un accenno di un misterioso proseguimento che si intravede appena tra le fondamenta di un inurbamento sregolato e irrazionale che ha riguardato l'intera area della Sanità.
Gli arcosolia che impegnano i lati superstiti del cubiculum sono tre: due, il centrale e quello di sinistra, sono ancora parzialmente integri e conservano, in parte leggibile, lo schema decorativo pittorico; il terzo, quello di destra, è stato invece quasi del tutto distrutto. L'arcosolium centrale ritrae cinque personaggi; dalle caratteristiche dell'abbigliamento del personaggio centrale e dall'assenza del nimbo intorno al capo si può ipotizzare trattarsi di un patrizio o di un alto dignitaro dello Stato. I personaggi alla sinistra sono da identificare in S. Pietro e S. Gennaro, quelli alla destra con S. Paolo e S. Severo. Nel IX secolo le reliquie del santo furono poi traslate in un oratorio della basilica urbana cui era preposta una congregazione sacerdotale detta "della feria sesta".