Intorno all’origine delle nostre Catacombe molto si è discusso, esse furono semplici
sepolcreti, non mai cavi di pietra né vie sotterranee; la prima notizia ripetesi dall’epoca
della morte di S. Agrippino nostro vescovo al secolo II, quando il suo corpo fu quivi
sepolto in avello gentilizio, e pe’ molti miracoli che da quella tomba operava il santo,
piacque a’ Napolitani di sepellirsi a lui dappresso. Crebbe questo desiderio quando
sul principio del secolo IV il vescovo nostro San Zosimo trasferì dall’agro Marciano
presso Agnano il corpo del martire S. Gennaro, che quivi pure fu sepolto...
Le tombe... divennero due edicole di somma venerazione presso i padri nostri, e vi
nacque d’intorno questo vasto sepolcreto che ampliandosi di mano in mano si estese
in tutta la falda della collina di Capodimonte detta “Colli Aminei”.
...Quando nel secolo VIII Sicone duca di Benevento ne involò il corpo di S. Gennaro,
il vescovo S. Giovanni IV temendo che le reliquie di tanti santi restassero poco sicure
fuori le mura della città, le trasferì tutte ne’ tempi intramurani; d’allora le Catacombe
soggiacquero alla ruina e all’abbandono fino a’ nostri giorni...La catacomba di S. Gennaro a Capodimonte si compone di due livelli non sovrapposti,
ai quali sono stati attribuiti i toponimi di “catacomba superiore” e “catacomba
inferiore”. Il nucleo originario è da individuare nell’utilizzo e nell’ampliamento, avvenuto
tra la fine del II e gli inizi del III secolo, di un ambiente cosiddetto “vestibolo inferiore”.
Da esso si sono sviluppati, nei periodi successivi al III secolo, gli ambulacra della
catacomba inferiore secondo uno schema di scavo orizzontale e non verticalizzato.
La catacomba superiore ebbe varie fasi di sviluppo: anche essa ebbe origine da un
antico sepolcro che oggi chiamiamo “vestibolo superiore”, noto essenzialmente per
gli affreschi della volta della fine del II secolo con tematiche esclusivamente cristiane.
Gli elementi topografici maggiormente caratterizzanti la catacomba superiore, sono
la piccola “basilica dei vescovi” e la maestosa “basilica maior”; la prima, ubicata
esattamente al di sopra dell’ipogeo sepolcrale che ospitò le reliquie di S. Gennaro è
dedicata alla memoria dei primi quattordici vescovi napoletani. Alla fine del V secolo,
un’ampia trasformazione dei vicini ambienti diede vita alla grande “basilica adiecta”:
si tratta di una basilica trinave, che conserva numerosi affreschi, databili dal IV al VI
secolo.